L'analisi
dei fattori che limitano o ostacolano un pieno inserimento dei migranti nei
paesi riceventi rappresenta, un aspetto centrale nello studio dei fenomeni
migratori, che sono destinati ad aumentare di intensità negli anni a venire. Il
movimento delle persone attraverso i confini nazionali è spesso caratterizzato
da un'integrazione solo parziale nella società di destinazione. Il termine straniero non è sinonimo
di immigrato in quanto tra gli stranieri presenti in Italia ci sono anche le
persone provenienti dai Paesi europei o extraeuropei a sviluppo avanzato (PSA),
assimilabili, pertanto, agli Italiani per quanto riguarda l'accesso ai servizi
sanitari. Gli immigrati sono coloro che provengono da Paesi a forte pressione
migratoria (PFPM) siano essi appartenenti all'Unione Europea (UE) che extra
europei. In questo quadro occorre distinguere tra immigrati regolari, residenti
in Italia con cittadinanza in PFPM, e immigrati clandestini/irregolari (STP)
con cittadinanza in PFPM e residenza all'estero. Attualmente i dati
sull'utilizzo dei servizi sanitari suggeriscono che gli stranieri incontrano
numerosi ostacoli nell'accedere alle cure sanitarie. Ciò avviene in particolar
modo per i programmi di prevenzione. Non è un caso che usufruire di cure
sanitarie adeguate costituisce un problema per le barriere giuridiche che
incontra chi richiede la cittadinanza e soprattutto, per gli immigrati senza
documenti. Inoltre gli ostacoli culturali non sono meno rilevanti: la gestione
del momento assistenziale può essere critica in ragione delle differenze
linguistiche e culturali, mentre per alcune donne immigrate è la mancanza di
medici di sesso femminile a determinare il mancato accesso alle cure sanitarie.
Sempre più le istituzioni
sanitarie identificano gli immigrati come soggetti particolarmente a rischio di
esclusione sociale e conseguentemente, di marginalizzazione nell'accesso ai
servizi sanitari. Tuttavia, nonostante l'acquisizione di tale consapevolezza,
la definizione degli elementi che concorrono alla determinazione di queste
condizioni non è del tutto chiara, a causa della molteplicità e della
concomitanza dei fattori che entrano in gioco. In particolare risulta difficile
individuare suggerimenti orientati al superamento delle problematiche a livello
locale e nazionale, che possano tradursi in policies sostenibili e contemporaneamente
efficaci su tutte le sfere considerate.
Ma
quali sono le difficoltà che limitano l'accesso ai servizi sanitari da parte
degli immigrati? Tali considerazioni pongono l'attenzione sul fatto che gli
operatori sociosanitari si troveranno a relazionarsi con comunità di migranti
diverse in base al territorio di riferimento. I fattori di differenza più
significativi riguardano il paese di provenienza, l'esperienza migratoria
vissuta, la struttura della comunità per sesso ed età, la dimensione lavorativa
vissuta in Italia, la posizione dell'immigrato da un punto di vista legale. Non tenere conto di questo fattore da parte
dei servizi sanitari implica ritardi e incomprensioni a prescindere
dall'orizzonte culturale in cui la malattia viene vissuta, con il rischio di amplificare
nei malati immigrati percorsi di estraneità, di ripulsione e quindi di
inefficienza.
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