Gli
ostacoli relativi alla condizione di estrema precarietà economica degli
immigrati, accentuata dal momento di crisi dell'economia in generale,
sicuramente influenzano negativamente la possibilità di accesso ai servizi
sanitari, soprattutto in materia di prevenzione, a causa dell'onerosità dei
ticket e delle difficoltà di sottrarre tempo al lavoro per recarsi nelle
strutture sanitarie. Ma un intervento in tal senso coinvolgerebbe riforme
strutturali del mercato del lavoro e del sistema sanitario i cui effetti
esulano da quelli presi in considerazione.
Per
quanto riguarda le barriere culturali,
esse costituiscono una difficoltà effettiva che spesso vanifica gli sforzi
operati a livello istituzionale per rendere operative le disposizioni
individuate dalla legislazione in materia. Una difficile interazione
medico-paziente oltre a condizionare l'esito specifico della cura, riduce il grado di fiducia dell'immigrato, e di
riflesso della comunità di appartenenza, nelle strutture sanitarie;
conseguentemente, ne determina l'allontanamento futuro. Il superamento delle
differenze non solo linguistiche ma anche comunicative, cognitive ed
antropologiche tra medico e paziente costituisce un aspetto fondamentale per il
miglioramento dell'offerta di servizi alla popolazione straniera, ma esso può
realizzarsi solo attraverso un impegno da parte delle istituzioni sanitarie ad
applicare politiche adeguate in materia. L'introduzione di mediatori culturali,
la formazione di personale competente, la riorganizzazione dei servizi in modo
flessibile affinché incontrino l'esigenze lavorative e personali degli
immigrati, sono provvedimenti che rientrano nelle competenze delle politiche
sanitarie e ci riconducono all'analisi delle terzo tipo di ostacoli.
Una
questione cruciale per lo stato di salute dell'immigrato è rappresentata dal
grado di accessibilità e fruibilità dei
servizi sanitari. La prima dipende prevalentemente dalla normativa, la
seconda dalla capacità dei servizi a livello locale di adeguare le risposte ad
utenti differenti. Gli immigrati hanno incontrano ostacoli ad accedere ai
servizi socio-sanitari a causa delle barriere burocratiche, delle difficoltà
nel districarsi all'interno del complesso labirinto dei servizi e della
mancanza di conoscenza dei propri diritti, soprattutto per la fascia degli
irregolari.
Gli
immigrati presenti in Italia mostrano la possibilità di accedere all'assistenza
di base che varia a seconda della regione e del territorio in cui essi si
trovano. Pertanto, le potenzialità relative allo scambio di informazioni sulle
metodologie più virtuose per realizzare l'accesso ai servizi, vengono
annullate, poiché le competenze in materia sono distribuite differentemente nei
vari organi regionali. Inoltre, una differenziazione dei metodi di accesso ai
servizi sanitari tra i territori comporta un ulteriore difficoltà per il cittadino
straniero nel comprendere l'articolazione e il funzionamento del sistema
assistenziale italiano.
Concludendo
un'azione orientata al superamento di tale vincolo, dovrebbe apportare un
contributo significativo alla facilitazione dell'accesso alle cure da parte
degli immigrati; gli effetti di tale prassi potrebbero conseguentemente avere
ripercussioni positive sugli altri vincoli considerati.
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