lunedì 26 gennaio 2015

A.I.S.E.R.V. Associazione Italiana per lo Studio E la Ricerca Virologica
Organismo Regionale O.N.L.U.S
(Registro Regionale del Volontariato n. 241 – Decreto n. 14053 del 25/09/1996)
Sede legale: A.O. “D. Cotugno” - Via G. Quagliariello, 54 – 80131 Napoli
Tel./fax: 081/7067310 – www.aiserv.org - Codice Fiscale: 94073470638


Progetto: “L'Azienda Ospedaliera per l'integrazione delle etnie minoritarie” – cod. fascicolo N. 1427



Linee di indirizzo per la presentazione di progetti sperimentali di volontariato di cui all'art. 12, comma 1, lettera d), della legge 11 agosto 1991, n. 266, finanziati con il Fondo per il volontariato istituito ai sensi dell'art. 12, comma 2, della legge 11 agosto 1991, n. 266. Anno 2012.
Progetto: “L'Azienda Ospedaliera per l'integrazione delle etnie minoritarie” – cod. fascicolo N. 1427


SCHEDA RIEPILOGATIVA
L'obiettivo è creare un continuum di proposte sanitarie e sociali, informative,
preventive e divulgative mirate a famiglie straniere residenti in Campania, anche
per target specifici (minori stranieri a rischio di patologie), in grado di interagire
con gli stranieri mediante linguaggi diversi e metodologie appropriate alle varie
fasce d’età e attivare processi di consapevolezza e sviluppo di competenze per
promuovere scelte di vita salutari.
Gli obiettivi sono l’individuazione, la conoscenza e l’accompagnamento di soggetti
a rischio di esclusione sociale ( persone senza dimora, migranti e le persone con
disabilità), in particolare persone rientranti nell’esclusione sociale.

Azioni
AZIONE 1 - SENSIBILIZZAZIONE E INFORMAZIONE (ore 100)
AZIONE 2 - FORMAZIONE (50)
AZIONE 3 - ACCOMPAGNAMENTO AI SERVIZI OSPEDALIERI (ore 250)
4 Tempi
12 mesi (48 settimane)

Destinatari
300 migranti. Il progetto prevede il coinvolgimento di un numero maggiore di
destinatari attraverso azioni di sistema e informazione, fino a raggiungere un
totale di circa 150 migranti (stima prevista) fra beneficiari diretti e indiretti.
Genere: il progetto prevede di coinvolgere uomini e donne in ugual misura
attivando servizi trasversali e di supporto per favorire la partecipazione delle
donne. Classi di età: si prevede la presenza di cittadini di età dai 5 a 17 anni.
Nazionalità di provenienza: Albania, Cina, Marocco, Filippine, Ucraina, Perù,
Senegal, Macedonia, Sri Lanka, Moldavia, India, Tunisia, Bangladesh, Pakistan,
Russia, Brasile, Nigeria,Ecuador, Camerun, Costa d'Avorio, Colombia, Ghana,
Eritrea, Somalia

Sede del progetto
A.O. “D. Cotugno” - Via G. Quagliariello, 54 – 80131 Napoli V piano  
Tel./fax: 081/7067310 mob.3351255154

Enti del partenariato
Associazione Agenzia Arcipelago ONLUS
Abili diversamente
MOVIMENTO FAMIGLIE ONLUS
Istituto di psicologia e ricerche socio sanitarie - IPERS
Cantiere Sociale - Comune di Vico Equense

Strumenti di divulgazione
Le iniziative di promozione e comunicazione pubblica sul progetto saranno svolte
in tre diverse fasi operative: all'inizio, a metà percorso e alla fine. Una
pubblicazione finale illustrerà i risultati finali raggiunti. Il piano prevede anche un
sito internet e un blog. Comunicati stampa, siti internet e blog, pagina Facebook,
locandine e manifesti, brochure.

Operatori
20 Volontari.






Gli ostacoli relativi alla condizione di estrema precarietà economica degli immigrati, accentuata dal momento di crisi dell'economia in generale, sicuramente influenzano negativamente la possibilità di accesso ai servizi sanitari, soprattutto in materia di prevenzione, a causa dell'onerosità dei ticket e delle difficoltà di sottrarre tempo al lavoro per recarsi nelle strutture sanitarie. Ma un intervento in tal senso coinvolgerebbe riforme strutturali del mercato del lavoro e del sistema sanitario i cui effetti esulano da quelli presi in considerazione.
Per quanto riguarda le barriere culturali, esse costituiscono una difficoltà effettiva che spesso vanifica gli sforzi operati a livello istituzionale per rendere operative le disposizioni individuate dalla legislazione in materia. Una difficile interazione medico-paziente oltre a condizionare l'esito specifico della cura, riduce il grado di fiducia dell'immigrato, e di riflesso della comunità di appartenenza, nelle strutture sanitarie; conseguentemente, ne determina l'allontanamento futuro. Il superamento delle differenze non solo linguistiche ma anche comunicative, cognitive ed antropologiche tra medico e paziente costituisce un aspetto fondamentale per il miglioramento dell'offerta di servizi alla popolazione straniera, ma esso può realizzarsi solo attraverso un impegno da parte delle istituzioni sanitarie ad applicare politiche adeguate in materia. L'introduzione di mediatori culturali, la formazione di personale competente, la riorganizzazione dei servizi in modo flessibile affinché incontrino l'esigenze lavorative e personali degli immigrati, sono provvedimenti che rientrano nelle competenze delle politiche sanitarie e ci riconducono all'analisi delle terzo tipo di ostacoli.
Una questione cruciale per lo stato di salute dell'immigrato è rappresentata dal grado di accessibilità e fruibilità dei servizi sanitari. La prima dipende prevalentemente dalla normativa, la seconda dalla capacità dei servizi a livello locale di adeguare le risposte ad utenti differenti. Gli immigrati hanno incontrano ostacoli ad accedere ai servizi socio-sanitari a causa delle barriere burocratiche, delle difficoltà nel districarsi all'interno del complesso labirinto dei servizi e della mancanza di conoscenza dei propri diritti, soprattutto per la fascia degli irregolari.
Gli immigrati presenti in Italia mostrano la possibilità di accedere all'assistenza di base che varia a seconda della regione e del territorio in cui essi si trovano. Pertanto, le potenzialità relative allo scambio di informazioni sulle metodologie più virtuose per realizzare l'accesso ai servizi, vengono annullate, poiché le competenze in materia sono distribuite differentemente nei vari organi regionali. Inoltre, una differenziazione dei metodi di accesso ai servizi sanitari tra i territori comporta un ulteriore difficoltà per il cittadino straniero nel comprendere l'articolazione e il funzionamento del sistema assistenziale italiano.

Concludendo un'azione orientata al superamento di tale vincolo, dovrebbe apportare un contributo significativo alla facilitazione dell'accesso alle cure da parte degli immigrati; gli effetti di tale prassi potrebbero conseguentemente avere ripercussioni positive sugli altri vincoli considerati.
La Salute dei Migranti
Giuseppe Errico




La politica dell’integrazione delle persone a rischio sociale (“vunerabili”) influenza tutti i segmenti della società campana e non esiste facile soluzione. In genere questa richiede il coinvolgimento di un’ampia cerchia di accadimenti e fattori umani, culturali, istituzionali: le istituzioni a tutti i livelli (dal basso in alto), i leader politici delle minoranze, gli enti del terzo settore, i cittadini, i partiti politici di ogni matrice ideologica, i soggetti economici privati, le associazioni della società civile, i gruppi di interessi particolari (come i sindacati e le associazioni dei datori di lavoro) e la comunità intera. La salute dei migranti è una fatto globale, riveste tutti noi e riguarda interi territori sprovvisti di punti di ascolto capaci di offrire risposte idonee. Non riguarda solo gli operatori della salute o singoli medici e psicologi della cura, dell’integrazione ma anche i cittadini e soprattutto le comunità intere. Ognuno, sicuramente, nel suo piccolo deve poter fare la sua parte e soprattutto essere messo in condizione di operare al meglio. E’ una questione epocale e culturale prima che sociale e di emergenza sociale. Dunque, la politica dell’integrazione delle minoranze concerne i cittadini italiani ma anche le comunità degli immigrati, il che rappresenta uno dei primi punti: il riconoscimenti dei diritti alla cura, alla salute e all’integrazione e, in ogni caso, al modo di concepire la tutela delle etnie.
Ora l’integrazione è definita come un processo dinamico di collaborazione di soggetti sociali diversi, che permette a tutti gli appartenenti ai gruppi etnici, linguistici, religiosi o culturali una partecipazione attiva alla vita economica, politica, sociale e culturale. Questo perché le politiche dell’integrazione favoriscono la comunanza e lo sviluppo del senso di appartenenza a tutti i livelli (alti e bassi, nazionale e locale). L’integrazione è anche un processo che esige che tutti i componenti di una società accettino e rispettino le istituzioni pubbliche comuni e condividano l’appartenenza a uno Stato comune e a una società inclusiva.
L’appartenenza è il punto di approdo, di ancoraggio ovvero potersi sentire parte di una unica società rispettosa delle diversità, dell’altro –che –non-siamo noi. A supporto del processo di integrazione, molti enti attuano politiche il cui fine è quello di creare una società in cui la diversità è rispettata e ognuno, inclusi i membri dei gruppi etnici, linguistici, culturali o religiosi minoritari, abbiano pari accesso ai beni e ai servizi della salute, nonché pari opportunità di partecipare attivamente alla vita sociale, economica, culturale. Le politiche dell’integrazione spesso contemplano azioni e misure che incentivino il dialogo interetnico, interreligioso e interculturale, oltre a favorire l’integrazione basata sulla tolleranza e sul rispetto reciproco. È possibile attuare l’integrazione attraverso numerose iniziative in vari campi, inclusi l’istruzione, la salute e i media, oppure promuovendo l’uso delle lingue delle minoranze. L’integrazione  non è esclusivamente un obbligo delle istituzioni statali: tutti i segmenti della società, tramite il rispetto delle leggi, hanno la propria parte di responsabilità nel contribuire all’integrazione sociale.
Nonostante il lodevole passo avanti delle società è necessario focalizzare e rafforzare  le prassi di realizzazione dei diritti: i diritti umani delle minoranze sono universali e valgono per tutti perennemente mentre le buone politiche dell’integrazione non sono spesso universalmente applicabili.
Nonostante la riconosciuta importanza dei diritti internazionali delle etnie e della politica minoritaria, si deve tener conto delle difficoltà. Inoltre bisogna tenere conto del fatto che per attuare    l’integrazione è compito delle persone. Occorre promuovere lo spirito di tolleranza e il dialogo interculturale, azioni atte a promuovere il reciproco rispetto, la comprensione e la collaborazione tra tutte le persone che vivono sul loro territorio (senza tener conto della loro appartenenza etnica, culturale, linguistica o religiosa), soprattutto nel campo dell’istruzione, della cultura e dei media.











 
L’Aiserv si occupa da sempre di ricerca in campo virologico, quanto influiscono i continui sbarchi di immigrati nella diffusione di nuove infezioni virali. Può accadere che i migranti portano con sé, oltre la disperazione, anche alcune malattie ma non per questo bisogna creare inutili allarmismi . Il problema può riguardare alcune situazioni isolate che vengono bloccate sul nascere per mezzo del  meccanismo di sorveglianza delle condizioni di salute,  in particolare con riferimento alle malattie infettive, di tutti i migranti in arrivo, previsto dal Regolamento Sanitario Internazionale. Inoltre, dal prossimo 21 giugno il personale sanitario del Ministero della Salute, con specifica formazione per la gestione delle problematiche quarantenarie, sarà stabilmente a bordo delle unità navali che partecipano all’operazione Mare Nostrum al fine di effettuare le operazioni di controllo sanitario già prima che i migranti arrivino nei porti italiani.







L’iniziativa è resa possibile da un accordo sottoscritto ieri tra il Ministero e lo Stato Maggiore della Marina Militare attraverso il quale il Ministero prosegue nell’opera di rafforzamento del dispositivo di sorveglianza sanitaria nei confronti di potenziali rischi infettivi connessi ai flussi migratori ed ha avviato una iniziativa volta a rispondere in maniera efficace all’incremento numerico delle persone da controllare.


Insieme ad altre associazioni, nella logica della rete, abbiamo in mente di predisporre un calendario di eventi per creare un continuum di proposte sanitarie e sociali, informative, preventive e divulgative, anche nelle scuole, dedicate a famiglie di stranieri residenti in Campania. Attraverso interventi ed azioni ad hoc, pensiamo di favorire lo sviluppo e la promozione dei diritti di cittadinanza, in particolare di condivisione tra giovani italiani e stranieri per mirare alla piena integrazione dei migranti.




Il progetto “l’Azienda Ospedaliera per l’integrazione delle etnie minoritarie”, approvato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in base alla legge 266/91, si è proposto di:
•          individuare e conoscere i bisogni sanitari dei migranti;
•          informarli sul funzionamento e sulle prestazioni del SSN;
•          facilitare il loro accesso alle strutture sanitarie ed alle cure necessarie.
I migranti, a causa delle condizioni di marginalità sociale in cui vivono, sono persone particolarmente esposte a problemi sanitari e sociali. Inoltre, le differenze culturali e di stili di vita si ripercuotono inevitabilmente anche sull’approccio ai problemi di salute in quanto determinano un ridotto accesso ai servizi socio-sanitari della Campania.